Immigrazione, Emigrazione e Lavoro
Giovedì 30 Gennaio le ACLI di Alessandria in collaborazione con le ACLI Piemonte e il Patronato Acli ed Enaip di Alessandria, hanno organizzato presso il salone convegni En.A.I.P. un seminario dal tema “Immigrazione, Emigrazione e Lavoro”, questa iniziativa è nata con l’intento di coinvolgere e dialogare con i giovani che frequentano alcune classi dei corsi En.A.I.P. stimolando pensieri e riflessioni su tematiche di significato ricorrenti ed emergenti. Prima tappa di un percorso, quello delle ACLI di Alessandria, che intende avere come centralità nei prossimi incontri il lavoro. Il seminario si è aperto con i saluti della Presidente Acli Alessandria, Marina Bisio che ha introdotto l’autrice Roberta Sorgato la quale, attraverso la narrazione della sua storia personale ha rappresentato l’essenza del libro “Cuori nel pozzo”. L’autrice ha voluto far conoscere la drammatica storia dell’immigrazione italiana in Belgio nel dopoguerra, con breve riferimento attraverso immagini e testimonianze al disastro di Marcinelle che coinvolse tragicamente chi lavorò in miniera.
Sullo sfondo l’Italia devastata dalla più sanguinosa delle guerre che tenta coraggiosamente di risalire la china della sconfitta, della disoccupazione, della stagnazione economica. Ma la risalita ha un prezzo: uomini in cambio di carbone, energia indispensabile per la ripresa industriale. Le miniere del Belgio, disertate dai residenti, spalancano le porte a un esercito di italiani disperati che lasciano il loro paese con nel cuore e nella mente solo il desiderio di tornare.
Roberta Sorgato è nata in Belgio da genitori italiani e descrive come quella dell’emigrazione di italiani verso il Belgio e le sue miniere, è storia recente e quasi sconosciuta: in questo senso l’opera della Sorgato diviene un contributo importante per riportare all’attenzione un capitolo significativo della nostra storia italiana facendo conoscere la drammaticità di cosa è stato il lavoro nelle miniere e la conseguenza della perdita della dignità umana. La Sorgato ha sottolineato che i cuori rappresentano l’amore delle persone e il pozzo la discesa in miniera ma “ci sono pozzi anche in superfice: dove invece che rispettare la dignità dell’individuo si guarda al guadagno”.
La moderatrice dell’incontro, Carla Cattaneo, già Presidente Provinciale delle Acli di Alessandria ed oggi Amministratore delegato del Caf Acli, ha affermato che: “quando vengono a mancare le condizioni necessarie al pieno compimento dei desideri dell’uomo, esso è spinto a cercare un luogo diverso da quello di origine “dove aver miglior fortuna”. Le motivazioni possono essere le più diverse: economiche, politiche, guerre in atto, persecuzione o per necessità di sopravvivenza”. La separazione dalla terra d’origine è sempre sentita, ieri così ancora oggi, come una frattura nella vita personale.
Questo tema così attuale è stato affrontato anche dal Presidente Regionale ACLI Massimo Tarasco, il quale ha definito che esistono diverse similitudini sulle esperienze dei migranti italiani all’estero e degli attuali migranti nel nostro Paese. A partire dagli anni 80 l’emigrazione degli italiani si è arrestata: l’Italia grazie al miglioramento generale delle condizioni di vita è diventata una terra d’immigrazione, oggi sono circa 5,1 milioni i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia ovvero il 7,5% sulla popolazione italiana residente. Secondo un’analisi emergono due rappresentazioni degli immigrati:
- il cittadino immigrato come espressione positiva di una società che cambia e che diviene risorsa per la società stessa. Per tale motivo l’immigrato è persona da conoscere e da valorizzare;
- il cittadino immigrato nel suo ruolo pubblico produce invece difficoltà di accettazione e di accoglienza da parte di cittadini italiani. Emerge un dato di paura e di diffidenza. Pur riconoscendo che questi atteggiamenti sono riconducibili a una stretta minoranza, si evidenzia che ne viene danneggiata l’immagine della persona immigrata.
Entrambe le letture sono conseguenza di un deficit di conoscenza del fenomeno immigrazione e dei cittadini immigrati. Questa situazione porta con se, ancor più in determinati contesti e situazioni, frammentazione sociale che scade, come è già avvenuto, in conflittualità e atteggiamenti xenofobi. Sia da parte italiana che da parte straniera (in quest’ultima anche all’interno dell’eterogeneo mondo dell’immigrazione) in questo processo, ha continuato Massimo Tarasco, la vigente normativa in materia di immigrazione non aiuta né l’immigrato né l’italiano, in quanto ai primi richiede una serie di adempimenti burocratici che spesso limitano la propria integrazione e ai secondi continua a perpetuare l’equazione immigrato = questione di ordine pubblico. Inoltre quando questa normativa si va a collegare alla normativa del lavoro, l’immigrato ne viene ulteriormente penalizzato. Le ACLI, insieme ad altre Associazioni e ai Sindacati, hanno lanciato la Campagna “L’Italia sono anch’io” per passare dal diritto dello ius sanguinis a quello dello ius soli (Concetto sostenuto anche dal Presidente della Repubblica), la raccolta firme aveva l’obiettivo di riconoscere i pieni diritti di cittadinanza e di voto amministrativo ai cittadini di origine straniera e ai loro figli. Come ha voluto sottolineare Massimo Tarasco, ed è stato ribadito anche in tutti i successivi interventi, le sfide per una maggiore integrazione sono: l’integrazione linguistica, l’integrazione in funzione del nucleo familiare, l’integrazione della collettività italiana, l’importanza dell’integrazione delle seconde generazioni come luogo in cui una integrazione è in qualche maniera avvenuta, essa però necessita di maggiore cura proprio per evitare che il processo avviato non si deteriori, ma anzi sia produttivo di novità positive e infine il processo di riconoscimento della cittadinanza come capacità politica, sociale e umana di concretizzare l’integrazione.
Durante il seminario sono intervenuti anche: don Ivo Piccinini quale rappresentante della comunità cattolica (delegato dal Vescovo), Ahmed Osman, quale rappresentante della comunità musulmana locale, Samuele Rossi delegato della Questura di Alessandria quale Commissario Capo Dirigente Ufficio Immigrazione, Paola Barberis, volontaria Vides – Asilo Monserrato Vides, Daniela Grassi responsabile Welfare Acli Piemonte ed Ettore Libener progettista formativo En.A.I.P. e rappresentante della cooperativa Azimut.
Infine sono intervenuti alcuni alunni delle classi 2° A – Operatore del benessere – Indirizzo Acconciatura, 3° R – Operatore servizi ristorativi – Preparazione pasti e la classe degli adulti del Corso per stranieri disoccupati – Addetto ai servizi di ristorazione, i quali hanno fatto emergere l’importanza di poter trascorrere un periodo di studio e di lavoro all’estero professionalizzante che possa permettere loro di arricchire il proprio bagaglio culturale ed esperienziale, con l’obiettivo di ritornare in Italia stabilizzarsi.
I flussi migratori comportano cambiamenti evidenti, impossibili da negare, nella vita quotidiana di migliaia di persone, cambiamenti che interpellano radicalmente e significativamente non solo i mi-granti ma anche la comunità che li accoglie. Chi parte ha sempre un sogno di vita, ma l’impatto con la nuova società/realtà è duro e difficile.
L’immigrazione è vissuta dagli immigrati come uno stato provvisorio, il ritorno a casa fa parte di tutti i loro sogni e percorre le loro storie. È un processo che produce profondi cambiamenti nell’identità della persona; nel continuun emigrare/immigrare si genera un punto di rottura, che lo conduce all’adozione di una nuova strategia identitaria. Possiamo dire con sicurezza che dietro l’emigrazione c’è sempre una frattura, un distacco dai parenti ed affetti, dai luoghi conosciuti e esplorati.
Le ACLI di Alessandria ringraziano tutti i relatori e le persone che sono intervenute che hanno permesso la realizzazione di questo seminario, è stata una mattinata di confronto, condivisione e consapevolezza su temi fondamentali per la nostra società.
Anna Serafini – Servizio Comunicazione Patronato Acli Alessandria