Sono circa 220.000 le lettere che l’Agenzia delle Entrate ha recapitato, e sta recapitando, ai contribuenti che potrebbero, per errore, non aver presentato la dichiarazione 2015 sul 2014. È importante sottolineare che non sono cartelle esattoriali, avvisi di accertamento o minacce di sanzioni; sono soltanto degli inviti bonari a verificare un po’ più attentamente la propria posizione nei confronti del Fisco.
Il 2015 è stato il primo anno, l’anno “zero”, da cui ha preso il via il nuovo Modello 730 precompilato, un modello già predisposto dall’Agenzia delle Entrate per lavoratori dipendenti e pensionati sulla base dei dati riportati nelle Certificazioni Uniche inviate dai sostituti d’imposta.
In questi giorni l’Agenzia delle Entrate sta inviando 220.000 “avvisi bonari” a una platea specifica di contribuenti fra coloro che non hanno presentato nessuna dichiarazione entro i termini ordinari (né il Modello 730 entro il 23 luglio, né l’Unico entro il 30 settembre 2015). Non si tratta assolutamente di lettere o cartelle inviate a seguito della rilevazione di errori sui dichiarativi regolarmente consegnati, ma di inviti a presentare una dichiarazione laddove, con ogni probabilità, è stata omessa. In questi casi, la parola chiave è compliance, cioè adesione, acquiescenza, prendere insomma per buono quello che dice l’amministrazione, o quanto meno attivarsi per verificare e regolarizzare il tutto.
Cosa fare? Se si è fra i contribuenti che hanno ricevuto la comunicazione, vuol dire che pur avendo percepito nel 2014 più redditi da lavoro dipendente e/o pensione da più di un sostituto d’imposta, non è stata presentata la dichiarazione 2015. Ciò avrà comportato da parte degli stessi sostituti l’impossibilità di effettuare il conguaglio: si tratta di soggetti a debito. La soluzione è quindi una sola: verificare, effettivamente, se quanto dice l’Agenzia delle Entrate corrisponde al vero e riparare all’omissione presentando entro la data ultima del 29 dicembre 2015 (a 90 giorni della scadenza ordinaria del 30 settembre) un Unico – Persone Fisiche tardivo versando l’imposta dovuta con le relative sanzioni ridotte (più gli interessi) calcolate col ravvedimento operoso. Entro quella data il contribuente “oltre a indicare i redditi percepiti potrà far valere eventuali oneri deducibili o detraibili sostenuti nell’anno 2014 e beneficiare di una significativa riduzione delle sanzioni che risulterebbero dovute per la tardiva dichiarazione e per gli eventuali tardivi versamenti”.
Solitamente queste anomalie venivano riscontrate a distanza di anni ma dal 2015, grazie alla precompilata e alle Certificazioni Uniche inviate dai sostituti d’imposta, la possibilità di verificare l’obbligo o meno del contribuente a presentare la dichiarazione è pressoché immediata, si può dire che avviene in tempo reale, non si devono più attendere i controlli che avvenivano a distanza di anni rispetto alle normali scadenze di consegna.
Il Direttore – Mariano Amico