Meno di un anno fa 1.183.413 cittadini hanno firmato la petizione “No ai tagli al fondo dei Patronati” per chiedere al Governo e al Parlamento di non tagliare i servizi gratuiti per la tutela dei propri diritti. Nella proposta di Legge di Stabilità 2016 (art. 33 comma 11), il Governo intende aggiungere ulteriori tagli pari a 48 milioni di euro, oltre ai 35 milioni di tagli strutturali stabiliti l’anno scorso al Fondo dei Patronati, per un totale annuo pari a 83 milioni dal 2015 in poi.
Il risultato di questi tagli è chiaro: meno servizi per le persone, più persone senza assistenza gratuita, più persone che perderanno il lavoro.
“Dopo il taglio 2015 ci doveva essere la riforma del sistema” sottolinea Fabrizio Benvignati – Vicepresidente delegato del Patronato Acli – “abbiamo ascoltato molte promesse pubbliche a sostegno, siamo in attesa dell’emanazione di una serie di decreti attuativi volti a dare stabilità e prospettiva, a oggi non ci sono strumenti utilizzabili”.
Lo stesso Servizio Tecnico di Camera e Senato, nel dossier della Legge di Stabilità, in data 2 novembre u.s., sottolinea come nella discussione parlamentare della norma in esame “andrebbe comunque attentamente ponderata la effettiva praticabilità di ulteriori riduzioni degli stanziamenti dei patronati alla luce dei ripetuti interventi già operati in precedenza sul medesimo stanziamento”. Qualcuno dunque al Parlamento che sappia ancora capire che certi sedicenti risparmi a vantaggio di qualcuno ai tramutano in reali costi e disagi per tutti gli altri cittadini c’è.
La novità 2016? Un nuovo taglio strutturale sulla pelle dei servizi ai cittadini! E dunque un’ulteriore quota dei contributi previdenziali che i lavoratori versano sarà intascata dallo Stato e propagandata come un suo “efficientamento” mentre nei fatti cambia la finalità del contributo e diventa una nuova tassa nascosta per i lavoratori.
“Il nuovo taglio al Fondo dei Patronati è razionalmente ingiustificato e inaccettabile, farà spendere di più e non di meno”, precisa Benvignati, “per questo, nell’interesse dello Stato, chiediamo la cancellazione della normativa in esame al Parlamento”.
Aggiunge ancora il Direttore del Patronato ACLI di Alessandria, Mariano Amico “Se questi tagli venissero confermati nella conversione in parlamento ci troveremmo di fronte allo smantellamento della rete di solidarietà che garantisce l’uguaglianza all’accesso ai diritti che oggi è realizzata dai Patronati che non potranno più garantire lo stesso livello di servizi, come pure, la stessa presenza capillare sul territorio. Meno servizi significa rendere più difficile l’accesso e la fruizione dei diritti, soprattutto delle fasce più deboli della popolazione già messe a dura prova dalla crisi economica di questi anni. Dato che fa comprendere come tagliando la capacità di erogazione dei servizi null’altro si ottiene che un aumento delle disuguaglianze sociali.”
Il Direttore – Mariano Amico