“Cittadinanza attiva, stili di vita”
“Sii tu il cambiamento che vuoi essere nel mondo” è lo slogan del Servizio Civile Nazionale e racchiude perfettamente quanto è emerso dal seminario promosso dalle ACLI su “Cittadinanza attiva, stili di vita” a cui hanno partecipato i seguenti relatori: Alfredo Cucciniello Responsabile politico per il Servizio Civile della Presidenza nazionale Acli, Clara Pozzi, Area Politiche di Rete e Simonetta De Fazi, Area Politiche di Rete.
Cosa significa cittadinanza attiva per le ACLI? Le ACLI sono un movimento di iniziativa popolare nato e sorto nel 1946 per la cittadinanza, i cittadini si sono uniti e hanno iniziato a fare rete per diffondere i temi di pace, libertà, diritto al lavoro, all’uguaglianza, alla cultura, giustizia, democrazia e alla lotta alle discriminazioni tutto ciò significa essere cittadini attivi cioè liberi cittadini che si uniscono per diffondere un messaggio. Le ACLI hanno intrapreso molte campagne sia in Italia che all’estero come ad esempio per donne sfruttate nei campi, contro la guerra dei Balcani, per la lotta al diritto di voto delle donne, per il referendum sul divorzio, referendum sull’acqua bene comune e ultimo, ma solo per questioni di tempo non per importanza, il referendum contro le trivelle.
Ormai con la globalizzazione, tutti noi facciamo parte di una società, di una comunità di paesi, essere cittadini attivi vuol dire affrontare il passaggio da far parte di una comunità a prendere parte alla vita della comunità. Difendere anche i diritti di una comunità più allargata perché ormai siamo tutte e tutti cittadini del mondo che devono costruire fratellanze tra persone che non si conoscono ma che vivono sullo stesso pianeta: non abbiamo più bisogno di immensi profeti della storia ma di artigiani che sappiano tessere e ritessere le trame, le relazioni e gli incontri delle comunità.
I diritti di cittadinanza sono entrati nelle ACLI insieme agli stili di vita – mezzo, strumento per tutelare e diffondere questi diritti. La cittadinanza attiva vuol dire organizzarsi, mobilitare risorse umane ed economiche per tutelare diritti, prendersi cura del bene comune cioè salute, ambiente, istruzione, sicurezza, qualità di vita, educare la cittadinanza, recupero del senso di appartenenza, appassionarsi alla vita civile, dimensione sociale e politica della persona umana. L’esperienza del volontariato aiuta a valorizzare sia le persone che il mondo circostante.
Se proviamo ad analizzare i termini usati fino ad adesso possiamo evidenziare che il concetto di cittadinanza è un termine astratto che riguarda principi astratti e non concreti: la cittadinanza attiva si realizza quando le cittadine e i cittadini, singoli e associati, promuovono autonomamente iniziative di interesse generale che le istituzioni sono tenute a riconoscere, sostenere ed integrare nelle loro politiche.
Queste persone si mobilitano per il bene comune: da qui “comune” cioè Munus vuol dire dono, regalo, ma anche dovere, funzione, compito e perfino tassa. Cum-munus è colui che ha un impegno insieme ad altri per avere, con altri, un regalo, è colui che partecipa, assumendosi con ciò alcuni obblighi e ottenendone alcuni benefici (da munus, viene anche re-munerare e municipio…). Mentre il termine “pubblico” viene da “popolo”, che ha una radice indoeuropea comune a una serie di termini collegati, tutti indicanti pluralità. In italiano, la parola popolo riprende il sostantivo latino populus, col significato originario di popolazione nel senso dell’insieme di tutti coloro che abitavano un determinato territorio. L’etimologia della parola si riallaccia alla radice indoeuropea par- o pal- che esprime il concetto di riunire, mettere insieme.
Il valore della cittadinanza attiva: tra le parole incontrate, tre su quattro hanno un valore economico (valore, bene, attivo), mentre una quarta risulta quasi sinonimo di libertà: volontario. Il latino valere (da cui valore) vuol dire tanto valere, essere forte che stare bene (vale! È il saluto romano per eccellenza). Il valore è ciò che fa stare bene? Il bene, come sostantivo, è sinonimo possedimento, ma come avverbio corrisponde all’aggettivo buono, e significa perciò in modo buono, retto, giusto, o conveniente, opportuno, vantaggioso. Il bene comune è una buona, indivisibile comproprietà? Attivo viene da ago, la cui radice indoeuropea vuol dire in prima istanza spingere/muovere; in senso economico è legato alla produzione (realizzata dal “movimento”): l’attivo è perciò l’“utile”. Volontario è tutto ciò che è fatto secondo la propria volontà quindi liberamente
Il seminario si è concluso con l’esperienza di alcuni aclisti e ragazzi/e che svolgono il Servizio Civile Nazionale presso diverse sedi delle ACLI:
- Palermo: progetto del SCN “Fai la cosa gusta” – andare nelle scuole elementari e medie di un comprensorio in un quartiere difficile della città e parlare di legalità, giustizia, diversità, hanno svolto attività e lezioni, oltre al supporto morale nei confronti dei ragazzi. Inoltre a Palermo c’è il progetto “Alla ricerca di un tempo nuovo” che è attuato in una casa di riposo per organizzare gite, attività ricreative con gli ospiti.
- Trento: “Scuola contro il terrorismo” – alcuni anni fa il CTA aveva organizzato un viaggio in Mali e la guida aveva avuto modo di far vedere la sua scuola elementare che era una semplice tenda quindi le ACLI hanno deciso di costruire la scuola e dare sostegno per le attività in accordo con le istituzioni locali. Quando è iniziata la guerra e l’Isis ha invaso il Mali la scuola è diventata un campo profughi per coloro che fuggivano dalla zona del paese che era stata invasa. Le ACLI si sono impegnate ad aprire un’altra scuola per ragazze in un vecchio albergo perché grazie all’istruzione si può contrastare l’Isis. I programmi e le lezioni sono decisi e stabiliti dalle istituzioni.
- Lampedusa: progetto “Tutti in viaggio” per promuovere una forma di turismo sostenibile e solidale. Lampedusa non è solo un’isola di sbarchi ma anche di bellezza e accoglienza. “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”.
- Cagliari: progetto “Doposcuola per tutti” – in un vecchio stabile delle ACLI è stato creato, dopo averlo risistemato e ristrutturato, un doposcuola che poi col tempo e con l’impegno di alcune ragazze si è creata una rete che collabora con cooperative e istituzioni locali con convenzioni per scuole e lavori. Si organizzano convegni anche a tutela della salute.
- Pesaro-Urbino: progetto “Chiamati a vivere” – creato progetto di linea telefono amico per gli anziani, il trasporto con amico taxi, corsi e laboratori per intrattenere e mantenere attive le persone anziane.
- Cosenza: progetto “Salute e vita” – il progetto è nato nel 2012 attraverso un ambulatorio per dare assistenza a italiani e immigrati non in regola. Poi l’ambulatorio si è ingrandito e nel 2014 è nata una convenzione con l’ASL locale e collaborazione con medici di base per prescrivere farmaci ed esami. C’è banco farmaceutico per fornire farmaci a chi non può acquistarli. Si occupano anche di congressi, sessioni contro l’alcolismo.
Tutti questi progetti dimostrano che se le persone si uniscono possono fare molto, i cittadini attivi sono una “forza” molto importante per la società.
Anna Serafini