Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie per ridare all’Europa un’anima sociale e solidale

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Comunicato stampa – Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie  per ridare all’Europa un’anima sociale e solidale

Da oltre 30 Paesi europei, 7.000 organizzazioni della società civile, rappresentative delle istanze di più di 100 milioni di cittadini scrivono a Gentiloni e altri leader UE

LETTERA AI 10 CAPI DI STATO E DI GOVERNO UE

Video sulla TTF

CONTATORE: Quante risorse perse per la mancata introduzione di una TTF europea?

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 Roma 24.03.2017 – Alla vigilia del Vertice di Roma, occasione in cui i Leader dei Paesi UE si apprestano a celebrare il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma e discutere del futuro dell’UE, oltre 7.000 organizzazioni della società civile hanno inviato una lettera congiunta ai leader dei 10 Paesi Membri impegnati da tre anni nel negoziato per l’introduzione di una Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie (TTF). Il futuro dell’UE passa anche dall’adozione di misure come questa che rappresentano una risposta concreta alle istanze dei cittadini sempre più schiacciati da politiche che privilegiano il potere di pochi a discapito del benessere di tutti.

Il Momento è Adesso – La TTF europea rappresenta un piccolo prelievo – a un’aliquota, diversificata per tipologia di titolo, fra lo 0.01% e lo 0.1% – sulla singola compravendita di titoli finanziari, capace di disincentivare, se costruita efficacemente, le operazioni speculative sui mercati (in particolare il trading ad alta frequenza). Un provvedimento in grado di ridare stabilità ai mercati, prevenire future crisi come quella che ha sconvolto l’Europa e il mondo nel biennio 2007-2008, e riportare la finanza al suo compito originario: operare a effettivo servizio dell’economia.

Dopo essersi arenato più volte negli ultimi anni, il negoziato europeo sulla TTF sotto la procedura di cooperazione rafforzata è ora ad un passo dal traguardo. Portarlo a compimento non significa solo valorizzare gli sforzi e le tante energie finora dispiegate in un processo a lungo condizionato dalle resistenze di singoli Stati. Sugellare l’accordo rappresenterebbe oggi una prova tangibile di un’Europa capace di trovare compromessi ambiziosi su misure eque e progressiste.  Un’Europa in grado di rispondere con forza al richiamo dei suoi cittadini che alla TTF esprimono da tempo un forte supporto avallato da oltre 1 milione di firme raccolte nel 2015 da organizzazioni sindacali e della società civile continentale.

Quanto ci costa non avere una TTF europea – Secondo recenti stime della Commissione Europea la TTF potrebbe generare 22 miliardi di euro all’anno per i 10 Paesi UE del negoziato. In Italia le entrate erariali, secondo le stime della Commissione e dell’istituto tedesco di ricerca economica (DIW), oscillerebbero tra i 3 e i 6 miliardi di euro all’anno. Un contributo che la stessa Commissione e il Parlamento europeo giudicano congruo ed equo, poiché proveniente da un settore che ha usufruito negli anni della crisi di ampi piani di salvataggio, costringendo i bilanci pubblici europei a marcate contrazioni con forti ripercussioni per il welfare dei propri cittadini.

“Non sarà possibile far rinascere l’ideale europeo nelle nuove generazioni se l’Unione non darà segnali concreti di essere la patria della solidarietà, della giustizia fiscale, delle pari opportunità. Una tassa europea sulle transazioni finanziarie rappresenterebbe oggi un segnale tangibile per porre un freno alle scandalose disuguaglianze che offendono l’opinione pubblica europea e una misura concreta per generare risorse per il bene comune” dichiara Leonardo Becchetti, Portavoce della Campagna ZeroZeroCinque.

Le richieste della Campagna ZeroZeroCinque al Premier Gentiloni – In Italia la TTF europea è di nuovo tornata al centro del dibattito pubblico. In piena corsa congressuale del PD, un sostegno alla misura è stato da poco annunciato da esponenti di primo piano del Partito Democratico, tra cui i Ministri M. Martina e A. Orlando.  Oggi, come non mai, è giunto il tempo di passare dalle parole ai fatti e rendere gli impegni del Governo sulla TTF europea più espliciti.

In occasione delle celebrazioni sui Trattati di Roma e delle tante dichiarazioni politiche che i leader stanno rilasciando sul futuro dell’Unione, chiediamo al Presidente del Consiglio Gentiloni di:

  • esprimersi pubblicamente a sostegno del disegno della TTF europea che sta emergendo dal negoziato in corso, auspicando il raggiungimento dell’accordo entro l’estate 2017.
  • assumere l’impegno pubblico a destinare il gettito dell’imposta a misure di lotta alla povertà in Italia, a programmi di cooperazione internazionale allo sviluppo e a interventi di contrasto al cambiamento climatico.

“Abbiamo firmato la lettera perché è fondamentale che l’accordo tra gli Stati membri per l’introduzione della TTF venga sugellato subito – ha dichiarato il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini. – I motivi sono disparati, primo tra tutti la possibilità di destinare il gettito dell’imposta alla misura di lotta alla povertà in Italia che, anche se avviata con la recente approvazione della Legge delega, necessita di risorse maggiori in grado di sviluppare un percorso di re-inclusione lavorativa e di autonomia delle famiglie in stato di indigenza. È fondamentale dare ascolto al richiamo cittadini Europei – ribadisce Rossini – che già nel 2015 hanno raccolto oltre un milione di firme a supporto della TTF. Un segnale importante che ci racconta quanto il popolo si senta dalla crisi”

“La TTF rappresenta un punto di ripartenza in Europa per contrastare le grandi diseguaglianze – ha aggiunto Stefano Tassinari, membro di presidenza nazionale Acli con delega alla Cooperazione. – La tassa non è contro la finanza ma serve a rimetterla in pista, insieme ad altre proposte quali il contrasto all’elusione fiscale e il tetto ai compensi milionari. Se non si riconsegna alla finanza un codice umano, – conclude Tassinari – che tenga a freno la speculazione e rilanci sviluppo e lavoro, rischiamo di ipotecate anche il futuro dei nostri nipoti”.

Segreteria di coordinamento della Campagna ZeroZeroCinque
Federica Corsi e Mikhail Maslennikov – info@zerozerocinque.it
T. 349 7817601/ 328 3874772www.zerozerocinque.it

CONTATTI UFFICIO STAMPA ACLI – Vincenzo Mulè – Cell. +39 347 76 81 934   +39 06 58 40 544 – vincenzo.mule@acli.it   ufficiostampa@acli.it

NOTE

La procedura di cooperazione rafforzata su una TTF europea è stata autorizzata dal Consiglio Europeo nel gennaio 2013 dopo che una proposta di direttiva della Commissione Europea (del settembre 2011) per una TTF pan-europea non ha ricevuto il consenso unanime dei 27 Paesi dell’UE nel luglio 2012. Il negoziato sulla TTF europea a cui partecipano oggi la Germania, la Francia, l’Italia, la Spagna, l’Austria, il Belgio, La Grecia, il Portogallo, la Slovenia e la Slovacchia è iniziato nel marzo 2013.

Nell’ottobre del 2016 i Paesi del negoziato hanno raggiunto un accordo quadro sugli elementi macro-strutturali dell’architettura della TTF (il cosiddetto core engine). In particolare, il consenso ha riguardato la base imponibile azionaria e dei derivati, i criteri di applicazione dell’imposta, la tassazione delle singole transazioni e non dei saldi netti giornalieri, esenzioni stringenti per i market-makers nel caso azionario e nessuna esenzione per market-makers nel caso dei derivati.

A margine del vertice dell’Eurogruppo del 20 marzo scorso i team negoziali hanno affrontato uno degli ultimi nodi politicamente sensibili dell’impianto della TTF europea, la tassazione dei fondi pensione, su cui il Belgio e la Slovacchia hanno espresso in passato forti ritrosie. I due Paesi hanno ora tempo fino a maggio per sciogliere definitivamente le proprie riserve in merito, convergendo auspicabilmente sulla seguente soluzione: la tassazione opzionale dei fondi pensione. In questo scenario, lo schema supportato dalla Campagna ZeroZeroCinque prevede una direttiva il cui dettato permette a un Paese N della cooperazione rafforzata che non ricorre all’esenzione dei propri fondi pensione nazionali di assoggettare all’obbligo di TTF i fondi pensione esentati da altri Paesi (verosimilmente belgi e slovacchi) qualora le transazioni da loro condotte siano relative ai titoli emessi dal Paese N.

A marzo 2015 uno studio dell’autorevole Istituto di Ricerca Economica (DIW) di Berlino ha stimato che una TTF europea applicata alla più ampia gamma di strumenti finanziari (secondo l’impianto della direttiva originariamente proposto dalla Commissione Europea nel marzo 2013), con il ricorso al doppio principio di tassazione (di residenza dell’operatore e di nazionalità del titolo) e con aliquote dello 0,1% per le azioni e dello 0,01% per i derivati porterebbe nelle casse dello Stato italiano dai 3 miliardi ai 6 miliardi di euro all’anno. A giugno del 2016 la stessa Commissione Europea ha stimato in 22 miliardi di euro all’anno le entrate tributarie per i 10 Paesi UE, secondo lo schema dell’imposta che si sta profilando ora nel negoziato.

La TTF europea è sostenuta da oltre 1000 economisti al mondo. Tra questi i Premi Nobel per l’Economia P. Krugman e J. Stiglitz oltre ai docenti e ricercatori delle prestigiose università di Harvard, Oxford, Cambridge, La Sorbonne, Berkeley, Kyoto. Oltre 1 milione di cittadini ha sottoscritto nel 2015 una petizione rivolta ai leader della cooperazione rafforzata sostenendo una TTF europea dall’impianto ambizioso e chiedendo di destinarne i proventi alla lotta alla povertà in Italia, alla solidarietà internazionale e a misure di contrasto al cambiamento climatico.

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