Le ACLI e la riforma del terzo settore

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Comunicato stampa ACLI – Riforma del terzo settore, le ACLI: “Sia un buon codice della strada. Per una nuova stagione civile e popolare. Senza vincoli burocratici”

Roma, 7 aprile 2017 – Di fronte alla crescita delle diseguaglianze e della povertà e all’alimentarsi di un clima di disaffezione civile, il Terzo settore può rappresentare un risveglio della democrazia, attraverso il quale le persone e le comunità osano fare di più, concretamente e quotidianamente, per generare e reclamare un domani migliore, più giusto, solidale e sostenibile.

È quanto affermano le ACLI, commentando il percorso di riforma del Terzo settore. “Dopo l’approvazione del decreto legislativo sul Servizio Civile Universale – afferma Roberto Rossini, presidente nazionale delle ACLI –  la riforma del Terzo settore deve puntare ad essere un buon “codice della strada”, che non dica dove si deve andare, ma che aiuti a non uscire di strada”.

Le Acli guardano con fiducia a un percorso che coinvolga effettivamente le rappresentanze del Terzo settore – in particolare il Forum del Terzo Settore – per rispondere in modo efficace a tre esigenze di fondo: chiarire e delimitare che cosa sia il Terzo settore; semplificare effettivamente l’attività di chi opera nel Terzo settore e promuoverne le esperienze.

“La riforma potrà essere utile – afferma Stefano Tassinari, responsabile ACLI per il Terzo settore – solo se si guarda al Terzo settore come una trama per raccontare una nuova stagione civile e popolare e non come un rimedio per sanare responsabilità collettive eluse”.

In attesa dei decreti legislativi, le ACLI chiedono che si valorizzi e si renda sostenibile il sistema previsto per l’autocontrollo e si riconosca definitivamente l’esistenza di un’economia solidale e condivisa, che il Terzo settore intercetta e anima. L’invito dell’associazione cristiana, inoltre, è che sia riconosciuto e premiato il valore della promozione sociale, della partecipazione e della democrazia, determinante in una società in cui i legami sociali sono sempre più deboli.

Ufficio Stampa ACLI – Vincenzo Mulè

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