28 aprile Giornata mondiale delle vittime dell’amianto
Domani, 28 aprile 2017, è la Giornata Mondiale delle Vittime dell’amianto e anche quest’anno sarà un’occasione per mantenere alta l’attenzione sulle problematiche legate all’amianto, il minerale killer di cui in Italia si è fatto in passato largo uso e che ancora oggi contamina molti luoghi diffusi su tutto il territorio nazionale.
Numerose le iniziative previste in molte località, a partire da Casale Monferrato la città sede del famoso insediamento produttivo Eternit (azienda leader che si occupava della produzione di cemento e amianto), prima di tutte coinvolta nella lotta contro l’amianto: sono previste iniziative che dureranno un’intera settimana e che si svolgeranno anche presso l’ormai famoso parco Eternot.
Ricordiamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima in almeno 125 milioni i lavoratori nel mondo esposti all’amianto e quantifica invece in 100.000 le morti causate ogni anno nel mondo dall’amianto, di cui almeno 3.000 in Italia. Da tenere comunque presente che tali stime sono comunque considerate sottostimate, se si pensa che il tempo di latenza dalla manifestazione delle patologie collegate può superare anche i 40 anni.
La grande pericolosità di questo prodotto è dovuta alla sua consistenza fibrosa; il rilascio di fibre libere nell’aria dovuto all’usura del materiale, rappresenta la causa di gravi patologie in particolar modo dell’apparato respiratorio perché potenzialmente inalabili. Le patologie più comuni dovute all’amianto sono l’asbestosi, il mesotelioma (tra il 1993 e il 2012 oltre 21.000 i casi pleurico maligno registrati), cancro al polmone, mortale nel 95% dei casi. In aumento anche le malattie asbesto-correlate registrate in Italia a seguito di esposizione in ambito lavorativo.
In Italia, l’utilizzo di questo minerale è stato bandito nel lontano 1992, ma la problematica legata all’amianto risulta ancora molto sentita a causa dell’ampio utilizzo che è stato fatto in passato. I settori che ne hanno fatto più largo uso di questo minerale sono stati l’edilizia, i trasporti, in particolare quelli ferroviari, l’industria pesante (metallurgia, siderurgia). La coibentazione degli edifici pubblici (scuole, ospedali e caserme) e privati degli anni della ricostruzione e del boom economico conteneva fibra di amianto e pochi sono gli edifici che sono stati oggetto di risanamento!
Per le aziende: Scadrà nel giugno prossimo il bando dell’INAIL Isi per il quale sono disponibili complessivamente 244.507.756 euro; tra i diversi interventi previsti le aziende potranno richiedere finanziamenti per progetti di bonifica da materiali contenenti amianto. Gli incentivi per la bonifica dell’amianto prevedono un contributo a fondo perduto pari al 65% dei costi della rimozione e del rifacimento delle coperture (entro un tetto massimo di 130.000 €).
Per i lavoratori: Nel tempo si sono succeduti diversi interventi normativi rivolti ai lavoratori occupati in lavorazioni o ambienti che implicavano l’esposizione ad amianto. Basti pensare alle maggiorazioni contributive utili ai fini del diritto alla pensione ed a quelle utili per il calcolo della pensione.
Va ricordato che nel tempo la platea di beneficiari si è allargata, basti pensare che la Legge di Stabilità 2016 ha istituito un fondo con una dotazione pari a 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 finalizzato all’accompagnamento alla quiescenza, entro l’anno 2018, dei lavoratori ex dipendenti da imprese in bonifica, dismesse.
Da ricordare per coloro che invece hanno contratto patologie amianto-correlate, ovvero a seguito di esposizione ad amianto durante l’attività lavorativa, la Legge Finanziaria 2008 ha previsto la costituzione di un Fondo apposito, anche questo gestito dall’Inail, che prevede una prestazione economica assistenziale aggiuntiva che attualmente si aggira tra il 10 ed 11% della rendita erogata dall’INAIL. Tenuto conto che il fondo stanziato oramai da anni è pari ad 29.333.000 € annui, la percentuale della quota integrativa viene stabilita annualmente rispetto al numero dei casi oggetto di tale integrazione, con apposito D.M.
Per i familiari dei lavoratori: L’esposizione personale a fibre di amianto, e quindi al rischio di contrarre una patologia correlata, non è limitata al solo rischio lavorativo: la Legge di stabilità 2015, ha introdotto anche l’estensione della prestazione erogata dal Fondo per le vittime dell’amianto ai malati di mesotelioma riconducibile ad esposizione non professionale dovuta a “rischio ambientale” o per “esposizione familiare” collegata a lavoratori impiegati nella lavorazione dell’amianto. Il legislatore ha quindi voluto tutelare anche quelle persone che risultano esposti a questa sostanza a seguito di familiari coinvolti nelle lavorazioni di questo materiale. Questa prestazione assistenziale è stata poi estesa nella Legge di stabilità 2016 e confermata nella Legge di Bilancio 2017 anche agli eredi.
Fonte: www.patronato.acli.it