“Stiamo diventando un paese dove conta sempre di più il pedigree”
Comunicato stampa ACLI – Rapporto ISTAT, Rossini: “Troppe disuguaglianze. Stiamo diventando un paese dove conta sempre di più il pedigree”
Roma, 17 maggio 2017 – “Le analisi proposte dal Rapporto Istat raccontano di un consolidamento, direi quasi definitivo, di un processo in atto da anni e che vede all’interno della stessa classe sociale convivere individui e famiglie con situazioni profondamente diverse: per reddito, condizioni e prospettive di vita. L’identità sociale si costruisce ancora attraverso il lavoro, ma in modi più complessi e frammentati che nel passato, a causa sia della pluralità delle forme contrattuali, sia di una varietà professionale che mal si adatta a una rigida classificazione. Più che la professione, l’elemento dominante è diventato il reddito”.
Lo afferma Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli, commentando il Rapporto Istat 2017: “In un’ottica più ampia – aggiunge – mi sembra abbastanza chiaro come la società italiana sia sempre più vicina a una situazione tipica del capitalismo avanzato: forti diseguaglianze e scarse opportunità di mobilità interna. L’integrazione sociale è ormai una questione di pedigree”.
Negli Stati Uniti, la ricercatrice dell’Università di Princeton, Lauren Rivera, ha scritto che per entrare nell’élite socio-economica l’impegno e le capacità contano sempre meno, perché “i figli delle famiglie all’apice della gerarchia sociale monopolizzano l’accesso alle buone scuole, alle università più prestigiose e ai lavori meglio pagati”.
L’Istat ci dice che in Italia sta succedendo la stessa cosa: “La questione è solo una – conclude Rossini – quanta disuguaglianza siamo disposti ad accettare?”.
Ufficio stampa e comunicazione Acli – Vincenzo Mulè