Inaugurata la “Scuola Centrale di Formazione Livio Labor”

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Comunicato stampa ACLI – Inaugurata la “Scuola Centrale di Formazione Livio Labor”

Roberto Rossini: “Ad un tempo liquido rispondiamo con uno spazio solido. Le ACLI sono teoria e prassi, lavoro sociale. Ed è questo gesto quotidiano e sociale che fonda la nostra azione politica”

Monsignor Galantino:” Oltre alle attività e i servizi, i territori hanno bisogno di formazione. La vostra scuola è una sfida, che si vince offrendo strumenti che creano persone migliori. Come già state facendo”

Le ACLI hanno inaugurato questa mattina la Scuola Centrale di Formazione “Livio Labor”. Una scuola per il futuro che vuole recuperare la forza e la solidità del passato. Un percorso per rimettere al centro l’uomo, la politica, il rapporto con il territorio. Per riprendere e rilanciare un’azione formativa che appartiene alla storia delle Acli. I corsi, che inizieranno il prossimo ottobre, prevedono tre indirizzi di studio distinti per la formazione di altrettante figure associative: l’animatore di comunità, il segretario all’organizzazione e il dirigente politico.

Nel corso dell’inaugurazione sono intervenuti i figli di Livio Labor, Willy, Marcello ed Enzo, il presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini, monsignor Nunzio Galantino,  Segretario Generale della Cei, Ivo Lizzola,  professore di Pedagogia sociale e della marginalità e della devianza presso l’Università degli Studi di Bergamo, Felice Casula Direttore vicario dipartimento di scienze della formazione, Università degli studi Roma Tre, Erica Mastrociani, responsabile nazionale Acli per la Formazione e Lidia Borzì, presidente provinciale ACLI Roma.

“Con questa iniziativa – ha affermato Roberto Rossini – rispondiamo alla consegna che ci è stata data: dare slancio alle ACLI del futuro, costruire un movimento solido e solidale per una società più giusta. Ad un tempo liquido – ha aggiunto Rossini –  noi rispondiamo con uno spazio solido, con un luogo ove i pensieri s’incontrano con le persone, i libri con le esperienze, il singolo col collettivo in modo generativo e – appunto – formativo.  La formazione – conclude Rossini – induce un’azione: le ACLI sono teoria e prassi, lavoro sociale. Ed è questo gesto quotidiano e sociale che fonda la nostra azione politica”.

Willy Labor nel corso del suo intervento ha ricordato la passione del papà per la formazione: “Quando decise di smettere con la politica, tornò a fare formazione professionale, perché convinto della necessità di una formazione continua. Noi figlio lo ricordiamo in spiaggia, mentre gli altri leggevano romanzi, lui studiava rapporti e relazioni e diceva che era il suo divertimento. Quando papà è morto – conclude il secondogenito di Labor – uno dei principali quotidiani italiani titolava: “Morto Labor, difensore dei deboli”. Conoscendo mio padre, quale riconoscimento maggiore avrebbe potuto ottenere? Auguro a questa scuola di formare molti difensori dei deboli”.

“L’avvio di questa iniziativa – commenta Erica Mastrociani – mi fa pensare alla tessitura. Prima del prodotto finale, i fili sono scomposti. È il lavoro di mani sapienti che riesce a dare un ordine a un progetto, un’idea, un’immagine. Quando abbiamo pensato alla scuola – aggiunge Mastrociani – siamo partiti da esigenze concrete, tenendo assieme tutte le realtà territoriali, come se fossero fili diversi. Tessuto dell’oggi con in mente un bel disegno per il futuro”.

L’immagine della tessitura ha colpito molto monsignor Nunzio Galantino, che ha evidenziato come essa richieda “atteggiamenti che vanno in senso ostinato e contrario a quelli prevalenti nella nostra società, dominata da fretta, arrivismo e arroganza e che sono la malattia mortale delle relazioni. Un centro di formazione quale scopo deve avere? Per natura offrire strumenti per acquisire atteggiamenti necessari per essere tessitori intelligenti. Di master formativi ce ne sono, ma sono pochi quelli che organizzano e si prendono cura del dopo. Siamo in un momento in cui la formazione non paga. Dobbiamo saperlo e attrezzarci per evitare di andare ad ingrossare le file di chi organizza corsi come parcheggio abusivo. La scuola è ridotta a questo e i professori non possono essere visti come parcheggiatori abusivi”.

Lidia Borzì ha evidenziato come sia “bello vedere tanti giovani in platea. Magari tra voi c’è il futuro presidente nazionale delle ACLI. I giovani sono il presente, ma soprattutto il nostro futuro. Per noi – ha aggiunto Borzì – investire in formazione è puntare sulla fedeltà al futuro onorando il nostro passato, fatto di 70 anni di storia al quale hanno contribuito uomini e donne del calibro di Livio Labor”.

Ivo Lizzola e Felice Casula hanno ripercorso le tappe che hanno segnato la presenza di Labor nelle ACLI e nel panorama politico, vivendo un’avventura affascinante e ancora straordinariamente attuale.

ACLI – Comunicazione e Ufficio Stampa – Vincenzo Mulè

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