La NaSpI quali conseguenze sulla pensione?

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Un timore comune di molti lavoratori e lavoratrici è se il pagamento della NaSpI incide negativamente sul calcolo della pensione nel caso in cui prima del pensionamento si percepisca l’indennità di disoccupazione, ciò accade quando si deve richiedere la NaSpI come sostentamento economico di accompagnamento alla pensione.

I periodi durante i quali viene percepita la NaSpI sono considerati come contributi figurativi e sono utili sia per il diritto che per il calcolo dell’importo della pensione. Per le pensioni di vecchiaia, che può essere richiesta a 67 anni di età con almeno 20 di contributi, il riconoscimento dei contributi figurativi inerenti i periodi di disoccupazione non è sottoposto a regole retributive.

Diversa la situazione in caso di pensione di anzianità o anticipata, come “Quota 100” e Opzione Donna: questi periodi non sono utili per il raggiungimento del requisito contributivo minimo dei 35 anni, ma sono considerati solo ai fini della maggiore anzianità, oltre i 35 anni (questa regola vale anche per i periodi figurativi di malattia).

La NaSpI è calcolata sulla media mensile delle retribuzioni dell’ultimo quadriennio: se questo importo, per il 2019, è inferiore a 1.221,00 euro, la NaSpI viene erogata al 75% della retribuzione. Se viceversa la retribuzione media mensile è superiore a questa cifra, viene riconosciuto un ulteriore 25% sulla differenza tra la retribuzione e l’importo di 1.244,00 euro. La NaSpI comunque non può essere superare, per il 2019, i 1.328,00 euro mensili e l’indennità viene ridotta mensilmente del 3% a partire dal quarto mese di pagamento.

È chiaro che la NaSpI è sempre inferiore allo stipendio ed è per questo che coloro che sono prossimi alla pensione e sono stati licenziati e obbligati a richiedere l’indennità di disoccupazione, per un periodo massimo di due anni o anche solo per qualche mese, siano preoccupati di come questo ultimo periodo possa influire negativamente sulla futura pensione. Ai fini del calcolo della pensione, i periodi corrispondenti alla NaSpI vengono considerati come se il lavoratore percepisse una retribuzione (figurativa) rapportata alla media mensile delle retribuzioni percepite negli ultimi 4 anni, entro un tetto massimo mensile pari all’importo limite della NaSpI moltiplicato per 1,4 (1.328,76 % 1,4) cioè 1.860,00 euro per l’anno 2019. Ciò premesso, le pensioni vengono calcolate per quote secondo due sistemi che vengono applicati a seconda delle anzianità maturate: il sistema retributivo w il sistema contributivo.

Il calcolo con il sistema retributivo prende a base le retribuzioni mensili degli ultimi anni, per un periodo definito a seconda delle anzianità maturate dal lavoratore. In presenza di contribuzione figurativa per il percepimento della NaSpI, la retribuzione media viene elaborata con un doppio calcolo:

  1. escludendo le retribuzioni figurative NaSpI, “neutralizzando” quindi i periodi di disoccupazione;
  2. includendo le retribuzioni figurative NaSpI.

Confrontando il risultato dei due calcoli, l’Inps è obbligata a considerare per la liquidazione della pensione, quello più favorevole per il lavoratore.

Il calcolo con il sistema contributivo, a differenza di quello retributivo, non considera le retribuzioni ma esclusivamente il capitale contributivo accumulato, il cosiddetto “montante contributivo”: pertanto, i periodi NaSpI apportano ulteriori contributi che vengono aggiunti e accantonati nel “montante contributivo” senza quindi effetti negativi nel calcolo della liquidazione della pensione.

Concludendo, come abbiamo visto, la NaSpI non provoca danni economici nel calcolo delle pensioni. Le operatrici del Patronato ACLI della provincia di Alessandria sono a completa disposizione per una consulenza su misura e per darti tute le informazioni e il supporto necessario, chiama il numero unico 0131.25.10.91 per fissare un appuntamento presso l’ufficio più vicino.

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