Cosa succede quando un lavoratore domestico si dimette? Le dimissioni sono una tipologia che si pone agli antipodi rispetto al caso del licenziamento. Quando il lavoratore decide di concludere il rapporto di lavoro deve comunicare le proprie dimissioni al datore di lavoro. A differenza della maggior parte dei lavori subordinati non è necessario che il lavoratore convalidi le proprie dimissioni telematicamente. È sufficiente consegnare al datore di lavoro una richiesta scritta indicando quale sarà il suo ultimo giorno di lavoro.
Il lavoratore deve comunicare in anticipo la sua volontà di concludere il contratto. In questo caso i termini di preavviso variano in base alla durata del rapporto. Ecco quanto stabilisce il CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro).
Anzianità contrattuale | Preavviso del lavoratore |
Fino a 5 anni | 8 giorni |
Oltre 5 anni | 15 giorni |
Se le dimissioni sono per giusta causa (ad esempio mancati pagamenti, malattie etc.) al lavoratore spetta un’indennità di mancato preavviso che dovrà essere corrisposta dal datore del lavoro.
Il lavoratore domestico che si dimette volontariamente dal rapporto di lavoro non ha diritto alla NaSpI. Quest’ultima spetta solo nel caso di dimissioni per giusta causa convalidate presso l’Ispettorato del Lavoro.
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Il Direttore – Mariano Amico