IVA al Terzo Settore: Un Appello per Evitare l’Asfissia Burocratica delle Associazioni

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A partire da gennaio 2025, entrerà in vigore una nuova normativa fiscale che impone il pagamento dell’IVA su specifiche attività svolte dalle associazioni del Terzo settore, compresi i servizi verso i soci, che fino ad ora erano esenti. Questa misura ha suscitato grande preoccupazione tra gli enti del Terzo settore, che si troveranno a dover affrontare un regime fiscale complesso, inizialmente pensato per le attività di tipo commerciale, con costi e oneri burocratici che rischiano di comprimere drasticamente le risorse destinate alle finalità sociali.

Come Mariano Amico, Amministratore del Sistema delle ACLI della Provincia di Alessandria e Direttore del Patronato ACLI, “desidero ribadire quanto il Terzo settore rappresenti una forza vitale per il nostro Paese. È costituito da donne e uomini di buona volontà che donano il proprio tempo per aiutare chi si trova in una condizione di fragilità. La loro dedizione va a favore della solidarietà e dei bisogni sociali, ma oggi è messa a dura prova da una burocrazia che rallenta l’energia e le risorse che questi enti dedicano alla cura e al sostegno delle comunità”.

Le Implicazioni della Nuova Normativa

La normativa prevede l’applicazione dell’IVA anche per le attività rivolte ai soci che richiedano un corrispettivo aggiuntivo, da anni escluse dall’ambito di applicazione IVA. Tuttavia, questo cambiamento grava su attività che non hanno fini di lucro e che sono orientate al benessere collettivo, rendendo la gestione quotidiana più complessa per le associazioni. Questi nuovi oneri impongono alle associazioni di affrontare operazioni burocratiche e gestionali fuori misura rispetto alle proprie finalità, come la necessità di attivare una contabilità separata, la registrazione delle operazioni, la produzione di fatture e una rendicontazione fiscale più onerosa. Si tratta di processi che non solo non migliorano la trasparenza ma rischiano di appesantire enormemente il lavoro amministrativo.

Le attività del Terzo settore non dovrebbero essere considerate equivalenti a quelle di un operatore di mercato. Le associazioni perseguono scopi sociali e di mutuo aiuto, con una missione che contribuisce a realizzare gli stessi principi sanciti dalla nostra Costituzione. La nuova normativa, imponendo oneri burocratici e costi associati, potrebbe portare a una diminuzione delle risorse da destinare alle attività fondamentali per le persone più bisognose e per le fasce vulnerabili della popolazione.

Un’Onerosa Gestione Fiscale che Sottrae Risorse

A oggi, l’introduzione di questi nuovi “obblighi strumentali” ha il solo effetto di sottrarre tempo e denaro alle attività sociali, riducendo le risorse che le associazioni del Terzo settore possono destinare all’educazione, alla socializzazione e all’inclusione di chi vive situazioni di difficoltà. Si rischia di compromettere la qualità e la quantità dei servizi offerti. Il paradosso è evidente: le associazioni sono costrette a investire in gestione burocratica ciò che, altrimenti, potrebbe essere dedicato a sostenere chi ne ha realmente bisogno.

Le semplificazioni offerte – come la “dispensa dagli adempimenti” – risultano insufficienti, in quanto non risolvono le problematiche generate da un regime fiscale che sembra ignorare la natura e l’importanza dell’opera di queste realtà. Lo Stato potrebbe non ottenere alcun beneficio fiscale significativo, ma al contrario rischia di indebolire una struttura sociale fondamentale, aggravando ulteriormente il peso delle emergenze sociali.

Appello al Governo e ai Comuni Alessandrini per una Normativa Equa e Proporzionata

È indispensabile, quindi, un ripensamento della normativa affinché possa essere sviluppata una regolamentazione fiscale specifica per le attività associative. Il Terzo settore non è un operatore commerciale, ma una forza sociale che svolge un’opera di solidarietà essenziale, e merita un trattamento fiscale adeguato alla sua natura. Solo così sarà possibile evitare che la burocrazia soffochi la missione e le finalità sociali delle associazioni. La normativa europea stessa prevede un trattamento fiscale che rispetti la proporzionalità e la specificità di queste attività, e ci auguriamo che il Governo possa recepire tale direttiva, garantendo al Terzo settore il supporto e il rispetto che merita.

Chiediamo inoltre alle amministrazioni comunali alessandrine di aderire a questo appello in consiglio comunale. Le amministrazioni comunali, in quanto primo livello nel gestire il bisogno delle persone, sono ben consapevoli del valore e dell’importanza delle associazioni del territorio. Le associazioni rivestono un ruolo essenziale in ambiti che vanno dall’assistenza alle persone in difficoltà alla promozione di momenti aggregativi e di socializzazione. Queste realtà non solo garantiscono il sostegno alle persone più bisognose, ma sono anche il cuore pulsante della vita comunitaria, promuovendo la coesione sociale e contribuendo a costruire il nostro Paese. Con il loro operato quotidiano, queste associazioni rafforzano il tessuto sociale e culturale, diventando un riferimento per la cittadinanza e, di fatto, veri e propri operatori di prossimità che garantiscono i diritti e la tutela delle persone più fragili. Il loro appoggio è essenziale per preservare il bene comune e la qualità della vita nei nostri territori.

Servizio Comunicazione Patronato ACLI Alessandria

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