Si è svolto il 10 dicembre presso la sede nazionale delle Acli un incontro su “Diritti umani e contrasto alle discriminazioni”, promosso dall’Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalle Acli, in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani.
Franca Biondelli, sottosegretario al Lavoro, ha assicurato che continuerà l’impegno del governo contro ogni forma di discriminazione.
Giovanna Martelli,consigliera del Presidente del Consiglio in materia di Pari Opportunità, ha dichiarato “dobbiamo rimettere al centro del sistema i valori della persona umana ed affermare la società delle differenze come una società aperta, dinamica e moderna che non esclude nessuno”.
Antonio Russo,responsabile Immigrazione delle Acli nazionali, ha ricordato che “negli ultimi dieci anni le Acli hanno svolto un lavoro importante di consulenza e di supporto contribuendo a istituzionalizzare nel nostro Paese la lotta alle discriminazioni, in collaborazione con l’Unar”.
Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, concludendo i lavori, ha rilevato che “la madre di tutte le discriminazioni nella nostra società resta l’ingiustizia sociale che genera la povertà”. Il presidente delle Acli ha chiesto al Governo e alla Commissione Europea un impegno da questa Giornata internazionale dei diritti umani: “di subordinare gli aiuti economici e le intese di collaborazione con l’Ucraina alla rimozione del blocco economico nel Sud Est di quel Paese. Infatti, ciò che è stato imposto ai civili, ai cittadini del Sud Est dell’Ucraina, dove si sta combattendo la guerra civile, e contro cui il governo di Kiev, a partire dallo scorso primo dicembre, ha attuato il blocco economico, bloccando i pagamenti delle pensioni i trasferimenti di bilancio sul territorio, i servizi bancari e le vie di comunicazione, si configura come una concreta violazione dei diritti umani e come una punizione collettiva, proibita dalla Convenzione di Ginevra, lasciando le persone più deboli senza mezzi in balìa del rigidissimo inverno ucraino”.