Ero Straniero: analisi dati Decreti Flussi

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Negli ultimi due anni le domande di ingresso per lavoro inoltrate sono più del triplo rispetto alle quote fissate con il Decreto Flussi. Migliaia di persone non entrano in Italia dopo aver ottenuto il visto. E solo il 30% delle domande esaminate, ottenuto il nulla osta, sono giunte a conclusione con la sottoscrizione del contratto di soggiorno e il rilascio del permesso di soggiorno. Sono questi i principali dati del dossier “La lotteria dell’ingresso per lavoro in Italia: i veri numeri del Decreto Flussi” della campagna Ero Straniero, presentati al Senato. Ero straniero – L’umanità che fa bene è una campagna promossa da: Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ACLI, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A Buon Diritto, Cild, con il sostegno di numerosi Sindaci e organizzazioni impegnate sul fronte dell’immigrazione, tra cui Caritas Italiana e Fondazione Migrantes

La campagna Ero Straniero ha deciso di monitorare e verificare l’efficacia del sistema dei Decreti Flussi per l’ingresso di lavoratori e lavoratrici dall’estero – unica procedura prevista per aziende e famiglie che vogliano assumere personale straniero dall’estero – anche alla luce degli interventi normativi recenti, che vengono valutati dalla campagna sulla base di numeri reali. Sono gli anni 2022 e parte del 2023 a essere esaminati, a partire dai dati ottenuti attraverso una serie di accessi agli atti al Ministero dell’Interno. Le evidenze sono disponibili e scaricabili sul sito della campagna.

Dai dati presentati dalla campagna Ero Straniero emerge chiaramente la necessità urgente di riformare il sistema dei Decreti Flussi per l’ingresso di lavoratrici e lavoratori stranieri in Italia”, commenta Mariano Amico, Direttore Patronato ACLI Alessandria, “L’attuale elevato numero di domande di ingresso non si traduce in un tasso di successo significativo nella sottoscrizione dei contratti di soggiorno, rivelando un problema strutturale nel sistema. Il basso tasso di successo, soprattutto nei canali stagionale e non stagionale, comporta la perdita di migliaia di opportunità lavorative, alimentando la precarietà sociale e situazioni di irregolarità. È evidente che il sistema attuale non riesce a soddisfare le legittime esigenze di lavoratori e datori di lavoro. La proposta della campagna Ero Straniero di introdurre percorsi di ingresso flessibili, inclusi meccanismi di assunzione diretta extra-quote e permessi di soggiorno per ricerca lavoro attraverso “sponsor” o richieste dirette dei lavoratori, rappresenta una soluzione logica e necessaria per superare le attuali limitazioni. È imprescindibile allargare le quote, in particolare nel settore domestico, considerando l’attuale insufficienza a soddisfare le necessità delle famiglie. La critica al “click day” come meccanismo iniquo e la richiesta di ripensare l’intero sistema di ingresso sottolineano la necessità di un approccio più flessibile e inclusivo”. In sintesi, sottolinea Mariano Amico, “è essenziale considerare seriamente le proposte della campagna Ero Straniero per migliorare l’efficacia del sistema dei Decreti Flussi, superare le attuali limitazioni e garantire un ingresso per lavoro più equo, accessibile e rispondente alle esigenze di tutte le parti coinvolte.”

Cosa accade dopo il click day? La procedura prevede che il datore di lavoro la cui domanda è rientrata nelle quote, riceva dallo Sportello Unico Immigrazione della Prefettura il Nulla Osta al lavoro e all’ingresso in Italia della persona che vuole assumere. Segue il rilascio del visto da parte della rappresentanza italiana nel paese di origine. Una volta ottenuto il visto, lavoratrici e lavoratori possono fare ingresso in Italia: entro 8 giorni dall’ingresso devono poi recarsi in Prefettura insieme ai datori di lavoro per stipulare il contratto di soggiorno e chiedere il rilascio del permesso di soggiorno.

Il primo punto da segnalare è che, rispetto alle domande inoltrate, nel corso del 2022 e del 2023, i nulla osta rilasciati sono inferiori ai posti disponibili: un numero consistente di domande non arriva al secondo passaggio della procedura per l’ingresso, e cioè il rilascio del nulla osta. Si tratta di migliaia di posti di lavoro che vanno perduti. Una volta ottenuti il nulla osta e il visto, poi, una quota cospicua di lavoratrici e lavoratori non fa ingresso in Italia. Nel 2022, su 55.013 nulla osta rilasciati (tra stagionali e non), risultano esserci ancora 3.183 persone che non hanno fatto ingresso in Italia, pur avendo ricevuto il visto. Lo stesso vale per le domande del 2023: fino ad agosto scorso, su 65.662 nulla osta rilasciati, 19.082 persone non risultano essere arrivate in Italia.

Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è che, complessivamente, il rapporto tra le quote stabilite e i contratti di soggiorno effettivamente sottoscritti è molto basso per i due anni: infatti, il tasso di successo nel 2022 è del 30% per il canale stagionale (solo 12.708 contratti di soggiorno sottoscritti a fronte di 42.000 ingressi stabiliti dalle quote) e del 26% per il canale non stagionale (solo 5.243 contratti su 20.000 quote). Ciò vuol dire che solo un terzo di lavoratrici e lavoratori che entrano in Italia riesce a stabilizzare la propria posizione lavorativa e avere i documenti, mentre la maggior parte, impiegata dalle aziende col solo nulla osta, una volta terminato tale impiego, è destinata a scivolare in una condizione di irregolarità e quindi di estrema ricattabilità e precarietà.

Rispetto alla distribuzione territoriale di quote, nulla osta rilasciati e contratti sottoscritti, si segnala una differenza nell’andamento a livello regionale e una maggiore efficacia della procedura nelle province del nord. Nel settentrione il 30% dei nulla osta è trasformato in contratti di soggiorno. Seguono il centro con il 17% e il sud solamente con poco più del 12%.

Dai dati analizzati, dunque, emerge che il sistema del Decreto Flussi è inefficace, finisce per determinare nuova precarietà sociale e irregolarità e va superato. Questo è, da sempre, l’obiettivo della campagna Ero straniero: andare oltre un meccanismo di ingresso per lavoro rigido e difficilmente accessibile attraverso l’introduzione di canali diversificati, flessibili, in grado di far incontrare domanda e offerta. Fondamentale, poi, un altro tassello: per chi è già in Italia e ha un rapporto di lavoro informale perché senza documenti, va introdotta la possibilità di firmare un contratto e di mettersi in regola in qualsiasi momento, senza dover aspettare l’ennesima sanatoria.

Il Direttore – Mariano Amico

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